giovedì 26 maggio 2016

"Elisir", un nuovo traguardo

Qual è il traguardo più grande che uno scrittore possa desiderare?
Vedere la sua opera tra le proprie mani, in "carne e ossa", concreta e presente. La sua stampa è come una garanzia: l'autore si rende conto di aver dato modo al proprio pensiero di venir fuori, di trovare luce laddove prima si celava nei meandri della sua mente sola.
Tutto prende un senso differente, quando a casa arriva un pacco apposta per te, colmo di libri che presentano il tuo nome sulla copertina.
E' un sogno che si realizza, il tuo, quello che ti ha sempre accompagnato; e non importa se la strada che stai percorrendo è ancora all'inizio, non importa se la scala da salire sembra troppo alta e troppo ripida... pian piano, i risultati vengono fuori, si vedono, si toccano e si annusano e hanno il sapore della carta e dell'inchiostro.
Molti si chiedono cosa sia la Felicità, che significato abbia e sempre in molti affermano che la Felicità è avere una famiglia, sposarsi, innamorarsi della propria anima gemella; o di compiere mille viaggi e scoprire tutti i segreti del mondo.
Tutti hanno la propria idea di Felicità.
La mia?
Vedere i miei scritti davanti a me, con una copertina, con le mie parole impresse sulle pagine.
Una prima tappa della vittoria personale, dunque, è già raggiunta... adesso, sta ai lettori fare il resto, non senza il mio sostegno, il mio incentivo e il mio interesse verso la vita che ho scelto di affrontare fin da quando imparai a mettere insieme le frasi in senso compiuto.
Ce la farò, dovesse costarmi tanta fatica, sacrifici e difficoltà.
Ogni ambito ne ha, ma soltanto chi crede davvero nel proprio lavoro può fare il salto e superare ogni ostacolo e ogni timore.
Io ci credo e lo dimostrerò: prima di tutto a me stessa.


"ELISIR" - Raccolta di Racconti
Stampato nel Maggio 2016
Disponibile online e ordinabile presso le librerie di fiducia


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domenica 15 maggio 2016

Si riparte

Cosa può fare un viaggiatore che è rimasto troppo tempo a riposo?
Riparte.
Fa armi e bagagli e riprende la propria strada, non curandosi di ciò che si lascia indietro: perché mai dovrebbe guardarsi alle spalle?
Forse una semplice occhiata, un controllo, ma poi guarda dinanzi a sé, imperterrito sulla propria meta.
Il passato non cambia, si può solo procedere e modificare la propria rotta a seconda delle esperienze vissute.
Ma questa è una storia che tutti sanno.
Ciò che nessuno sa, è la ragione di questa partenza.
Perché se ne va, il viaggiatore?
Aveva trovato un’Oasi… Perché abbandonarla?
In realtà non ha avuto scelta.Quando si è sazi del riposo si vuol tornare sui propri passi, si bramano nuove esperienze, si cercano altri orizzonti… Ma un’Oasi non si può spostare.
Per quanto sia bella e fertile, per quanto sia fresca l’aria che si respiri, non darà mai il piacere della scoperta, del viaggio, e se i grandi alberi di un’Oasi finiscono poi per seccare? Non vi è più nulla da cercare.
Statica.
E quando il viandante se n’è andato, l’Oasi è rimasta indietro.
Ora egli guarda di fronte a sé, percorrendo il sentiero della propria esistenza, alla ricerca della felicità.
Com’è giusto che sia.