sabato 20 ottobre 2018

Ode a me stessa

Passi le tue giornate cercando di mascherare quanto sia difficile questa vita.
Ascolti canzoni che parlano d'amore senza avere qualcuno a cui dedicarle, ma ti va bene così.
Ti tuffi nella poesia, in ciò che vi è di più romantico, perché sai che quel pizzico di dolcezza ti aiuta.
Eppure respingi la tenerezza come l'onda di un mare sul bagnasciuga, che lava via le scritte sulla sabbia.
Poi ti stupisci quando gli altri fanno lo stesso con te.
Dove andrai?
Hai compreso il valore delle piccole cose.
Sai quanto sia forte il significato di uno sguardo, non ti crea più indifferenza un gesto di conforto.
Hai conosciuto il dolore e il senso di abbandono.
Ti sei rafforzata.
Chi ha veduto quanto è dura, adesso, la tua scorza?
Chi lo ha accettato... e quanto t'importa davvero la risposta?
Ben poco.
Continua così, non hai bisogno delle conferme di nessuno, se non di te stessa.
Hai capito che la vita è fatta di attimi e che alcuni di essi non sempre ricapiteranno.
Vivi con passione.
Vivi decisa nella tua fragilità.
Soprattutto, non mostrarla agli altri.
Ascolta la voce della natura, ritrova nel grido del vento le parole di chi non vi è più.
Fatti forza.
Consolati, aiutati.

Da sola, perché sai che questa è la tua più intima battaglia.
Non puoi permettere a nessuno di combatterla per te.
Diventa fuoco, diventa acciaio.
Forgiati nell'ardore dell'esistenza.
Trova gioia nelle briciole, conservale per farne scorta durante l'inverno.

Scenderà la neve e tutto del tuo dolore ricorderanno quei fiocchi bianchi.
Il passato tornerà a picchiettare sui vetri appannati.
Tu sii pronta, sii forte.

Vincerai anche stavolta.
Rimani salda.
E non aver paura.

lunedì 8 ottobre 2018

Uggiosità autunnale

Uggioso è il tempo, fredda l'aria che nei polmoni circola e porta con sé storie di fascine bruciate e di umidi boschi mai toccati dai raggi del sole.
Si scorgono i fumi che risalgono sino in cielo, da quelle colline che non sono mai troppo vicine, eppure ostruiscono la vista verso l'orizzonte.
Montagne e alture che s'innalzano al di sopra di ogni incredulità umana e mostrano la potenza naturale di ciò che può creare la materia, la roccia acuminata.
L'autunno è per coloro che accettano di essere più deboli delle montagne.
E' per chi non ha paura di varcare le soglie dei propri pensieri, e lì rimanervi in una matassa di riflessioni da cui è difficile tornare integri.
Ogni meditazione è una mutazione dell'animo, si smussa come un diamante mai perfetto, che non troverà invero il giusto equilibrio.
Oscillerà sempre verso ciò che può esser giusto o sbagliato, ma cambierà la forma, anche se di poco, e continuerà a vorticare in mezzo ai fili di seta che sono i pensieri.
Una seta pregiata che nessuno può toccare, ma solo intuire.

Pensieri.
A volte vorremmo fermarli e smettere di sentire la nostra stessa voce nella testa, ci disperiamo perché non è realmente possibile farlo. Ci chiediamo perché, ci sentiamo costantemente tormentati dall'io che risiede nel nostro cervello.
Nella nostra materia che è dura e acuminata come le antiche montagne. 
Impossibile da frenare, impossibile da spezzare, poiché mossa da quell'invincibile artefatto di nome Forza d'Animo.

Ritorniamo a ottenere il senso del tutto, pian piano, dopo essere usciti dalle porte della mente. 
Pieni di ferite, ammaccati in ogni dove, poiché lì dentro nessuna parte di noi stessi è salva dall'analisi della psiche. 
Torniamo consapevoli di ciò che sbagliamo, dei nostri timori e di quello che non stiamo facendo per migliorarci.
Ma torniamo anche consapevoli di quello che è stato fatto di giusto e soddisfacente.
Torniamo con il cuore in fiamme che desidera solamente andare avanti, incuriosito dal domani, da ciò che avverrà.
Impavido. 

sabato 6 ottobre 2018

Pianto del cielo

Volevo parlare al cielo, ma era occupato.
Così ho parlato lo stesso, guardandolo mentre scaraventava il suo pianto sulla terra.
Non ha mai smesso, per tutto il tempo.
E io ho osservato. Ho ascoltato, perché molto si può imparare mentre si ascolta la pioggia, tutto si racchiude e si raccoglie in un attimo di ancestrale meraviglia.
Sotto la pioggia, nemmeno il silenzio è padrone.
Ho cercato risposte, alcune le ho trovate.
Ho odorato il suo profumo.
Il gelo è penetrato nelle narici e nelle ossa, ma che importa?
Era tutta vita.

Vita che tu, cielo, hai distrutto quell'infausta sera di febbraio.
Nevicava per le strade, nevicava nel mio cuore.
Mi hai tolto tutto ciò per cui ho sempre lottato e lavorato, mi hai sottratto l'amore, il pilastro, la figura per cui ogni sforzo aveva un senso.
Mi hai sottratto colui che non meritava di andarsene, non così; non meritava il gelido inverno.

Ora quel freddo è tornato, ma tu mi porti gioia sotto la pioggia.
Mi permetti di riprendere il sorriso. Perché non mi lasci sola sotto le tue lacrime.
D'improvviso sento calore, tepore; non più dolore, né solitudine.

Riprendo colore.

Forse non per sempre, ma almeno un po', cielo, piangi ancora.