sabato 6 ottobre 2018

Pianto del cielo

Volevo parlare al cielo, ma era occupato.
Così ho parlato lo stesso, guardandolo mentre scaraventava il suo pianto sulla terra.
Non ha mai smesso, per tutto il tempo.
E io ho osservato. Ho ascoltato, perché molto si può imparare mentre si ascolta la pioggia, tutto si racchiude e si raccoglie in un attimo di ancestrale meraviglia.
Sotto la pioggia, nemmeno il silenzio è padrone.
Ho cercato risposte, alcune le ho trovate.
Ho odorato il suo profumo.
Il gelo è penetrato nelle narici e nelle ossa, ma che importa?
Era tutta vita.

Vita che tu, cielo, hai distrutto quell'infausta sera di febbraio.
Nevicava per le strade, nevicava nel mio cuore.
Mi hai tolto tutto ciò per cui ho sempre lottato e lavorato, mi hai sottratto l'amore, il pilastro, la figura per cui ogni sforzo aveva un senso.
Mi hai sottratto colui che non meritava di andarsene, non così; non meritava il gelido inverno.

Ora quel freddo è tornato, ma tu mi porti gioia sotto la pioggia.
Mi permetti di riprendere il sorriso. Perché non mi lasci sola sotto le tue lacrime.
D'improvviso sento calore, tepore; non più dolore, né solitudine.

Riprendo colore.

Forse non per sempre, ma almeno un po', cielo, piangi ancora.

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