lunedì 8 ottobre 2018

Uggiosità autunnale

Uggioso è il tempo, fredda l'aria che nei polmoni circola e porta con sé storie di fascine bruciate e di umidi boschi mai toccati dai raggi del sole.
Si scorgono i fumi che risalgono sino in cielo, da quelle colline che non sono mai troppo vicine, eppure ostruiscono la vista verso l'orizzonte.
Montagne e alture che s'innalzano al di sopra di ogni incredulità umana e mostrano la potenza naturale di ciò che può creare la materia, la roccia acuminata.
L'autunno è per coloro che accettano di essere più deboli delle montagne.
E' per chi non ha paura di varcare le soglie dei propri pensieri, e lì rimanervi in una matassa di riflessioni da cui è difficile tornare integri.
Ogni meditazione è una mutazione dell'animo, si smussa come un diamante mai perfetto, che non troverà invero il giusto equilibrio.
Oscillerà sempre verso ciò che può esser giusto o sbagliato, ma cambierà la forma, anche se di poco, e continuerà a vorticare in mezzo ai fili di seta che sono i pensieri.
Una seta pregiata che nessuno può toccare, ma solo intuire.

Pensieri.
A volte vorremmo fermarli e smettere di sentire la nostra stessa voce nella testa, ci disperiamo perché non è realmente possibile farlo. Ci chiediamo perché, ci sentiamo costantemente tormentati dall'io che risiede nel nostro cervello.
Nella nostra materia che è dura e acuminata come le antiche montagne. 
Impossibile da frenare, impossibile da spezzare, poiché mossa da quell'invincibile artefatto di nome Forza d'Animo.

Ritorniamo a ottenere il senso del tutto, pian piano, dopo essere usciti dalle porte della mente. 
Pieni di ferite, ammaccati in ogni dove, poiché lì dentro nessuna parte di noi stessi è salva dall'analisi della psiche. 
Torniamo consapevoli di ciò che sbagliamo, dei nostri timori e di quello che non stiamo facendo per migliorarci.
Ma torniamo anche consapevoli di quello che è stato fatto di giusto e soddisfacente.
Torniamo con il cuore in fiamme che desidera solamente andare avanti, incuriosito dal domani, da ciò che avverrà.
Impavido. 

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