mercoledì 13 luglio 2016

Mio Fratello

C’è una figura, là in fondo, che ispira fiducia.
C’è quell’uomo girato di spalle, due spalle possenti e di alta stazza, che guarda davanti a sé.
Non si gira mai.
Non si china mai.
E’ lì che vigila su ciò che gli sta attorno e cammina.
Cammina in avanti, verso la vita, le lotte, gli impegni, i sogni.
I sogni che ha conquistato, che tiene stretti sul cuore come i tesori più preziosi del mondo e riesce a trasmetterli.
Ti ritrovi a voler partecipare alla sua felicità.
Perché se c’è una persona che se la merita è lui.

C’è una figura che è mio fratello.
C’è quell’uomo che mi ha vista nascere e per sempre ha impresso un amore talmente grande da non poter essere descritto.
Ci sono quelle braccia che quando stringono, stringono forte.
Come scudi.
Come per dire: finché ci sono io, non ti può accedere nulla.
E sono in pace.

C’è lui, mio fratello, che troverò sempre dietro alla porta quando busserò.
C’è lui sulla prima pagina del mio libro.
C’è lui su ogni passo della mia esistenza e continuerà ad esserci.

Mio fratello mi guarda da lontano e sorride, e quel sorriso è come il sole.
Se sorride, allora vuol dire che va tutto bene.

Può anche cadere il cielo.
Possono scoppiare le stelle.
Ci sarà a lui a dirmi di non aver paura.

Mio Papà

Il mio papà non è come tutti gli altri.
Non parla quasi mai.
È taciturno, perso in un silenzio che nessuno è mai stato in grado di decifrare.
Perso in pensieri e ricordi che raramente tira fuori.
Solo a volte, quando c’è festa e beve quel dito di vinello in più.
Allungato con acqua, mi raccomando.
Mio papà è quello che ti spiega che lassù in cielo sta volando una poiana.
No, non un’aquila. Niente obiezioni. Lui ha ragione.
È quello che preferisce portarti in montagna o al fiume, piuttosto che in città.
Quello che ti spiega come montare una canna da pesca, e se vede che ti piace te ne compra una.
Mio papà è quello che brontola sempre, ma mette i tuoi desideri sopra tutti i suoi.
E si arrabbia se non può avverarli.
In effetti, ultimamente è sempre arrabbiato. Mio papà non è quello che torna in giacca e cravatta da un ufficio, incurante che sia estate o inverno.
Mio papà è quello che domina le tegole, le guaine e il fuoco, un artigiano.
Torna a casa con ancora il fiatone per la fatica, ma non si lamenta mai.
Neppure se è estate, quando magari è rimasto tutto il giorno sotto il sole cocente. Mio papà è quello che sorride poco, ma quando lo fa è per una buona ragione.
Sorride se gli stai simpatico… Altrimenti non si preoccupa a mandarti francamente a quel paese, senza risparmiarsi qualche cristo e madonna.
Mio papà è quello burbero, quello che glacia con i suoi occhi. Quello che prima di darti fiducia, passa molto tempo a fissarti in cagnesco.
Hanno tutti paura di lui. Alto, biondo, gli occhi grigi, che diventano ghiaccio quando è davvero arrabbiato.
Sembra un vichingo!
Anche se mamma lo definisce un “Crucco”.
Mio papà è quello che preferisce stare da solo, piuttosto che circondarsi di persone sbagliate. Anzi, se una persona è sbagliata non ci pensa due volte a mandarla via.
Senza frasi di circostanza, senza parametri.
Lui prende e te ne dice di tutti i colori.
Magari non dice tutto quello che pensa, ma sicuramente pensa a tutto quello che dice, e anche di più.
Mio papà… è un papà strano, diverso.
Con lui non ci parli. Non osi dirgli quella frase in più, quasi temendo la sua reazione.
Ma ti basta una giornata in gita con lui per capire che è l’unico papà che vorresti mai avere.